E pensare che Paolo Valeri, arbitro 36enne di Roma, fece il suo esordio in Serie A nel dicembre del 2007 al Friuli; si giocava un Udinese – Empoli, finì 2-2 e al termine del match si guadagnò pure diversi complimenti. Il fischietto della sezione Roma 2 fu chiamato a dirigere i bianconeri del nord-est in altre 11 occasioni e solo in una il club della famiglia Pozzo era riuscita a vincere (contro il Chievo), mentre prima della gara di oggi dalle parti del Friuli si ricordavano di sei sconfitte di fila tra cui alcune contestatissime contro Juve (vedere foto) e Milan. Dunque alla designazione di Valeri per arbitrare proprio la sfida di San Siro contro i rossoneri, nell’ambiente friulano hanno fin da subito temuto il peggio; l’andamento della gara ha poi confermato i timori facendo esplodere proprio il patron Gino Pozzo che di fronte alle telecamere ha lanciato accuse pesanti a Valeri:
“Mi è venuto il mal di pancia quando ho saputo di questa designazione, ho ricordato tutti gli errori fatali commessi nei nostri confronti da lui negli ultimi 2-3 anni e che hanno compromesso la partita. Contro dirigenti e designatori non ho nulla, ritengo però che gli arbitri siano cresciuti molto eccetto 2-3, tra cui Valeri. Se li eliminassero, compreso lui, in Italia non servirebbe la moviola in campo. Io sono da tanto nel calcio, voglio bene a tutti, è un’istituzione questo sport e anche gli arbitri rispetto a 10 anni fa hanno fatto salto di qualità. Ma se qualcuno non va lo caccino fuori, basta eliminare qualche elemento che non funziona e andrebbe tutto bene”.
Il furente Pozzo, che aveva comunque beneficiato di un gol non assegnato a Rami (ma torneremo fra poco su questo episodio), si lamenta del rigore non assegnato su Badu e per quello, con rosso annesso, che pochi minuti dopo è stato invece fischiato per fallo di Domizzi su Honda:
“Per me non è rigore, ma il dubbio può starci: però non puoi espellerlo… Poi l’episodio su Badu, lì c’era un altro rigore per noi. Valeri è un arbitro non sereno, specialmente quando arbitra grandi club. Il goal fantasma di Rami? Qualcuno gli avrà detto che era goal e non è diventato sereno. Non è da serie A. Cosa voleva fare, il fenomeno? Valeri può andare in C dove non disturba. Ma in A, compromettere partite per tifosi e società è grave anche economicamente. E non puoi perdere per errori banali. Mi assumo la responsabilità di ciò che dico”.
Querelle destinata a continuare, ma ad aggiungere pepe alla polemica pochi minuti dopo ci ha pensato anche Adriano Galliani, che la partita l’ha vinta con due gol di Menez nella ripresa, ma che nel primo tempo si è disperato insieme al figlio, come al solito seduto accanto a lui in tribuna, quando la squadra arbitrale non ha assegnato il gol a Rami, con la palla che aveva oltrepassato la linea di porta prima che Karnezis la smanacciasse fuori; anche il dirigente rossonero tira le orecchie a Valeri:
“Non voglio colpevolizzare l’arbitro, ma ci sono gli strumenti. Si vede che il colore bianconero condiziona un po’… Da domani comincerò la battaglia per introdurre la tecnologia in campo con cui si può capire subito se è goal oppure no. L’occhio umano può fallire, quindi compriamo queste macchine e usiamole. Tutti gli sport ne usufruiscono, non capisco perché nel calcio sembra che si parli di eresia”.
Solite battute in stile Galliani, con atmosfera stemperata anche dall’esito della partita; non scherza invece Pozzo, ma in tutto ciò chi paga è Paolo Valeri che in riferimento netto ai tre episodi incriminati non ha poi commesso leggerezze clamorose: il gol – non gol di Rami è storicamente un’evenienza difficile da pizzicare, così come non era semplice a velocità naturale notare il contatto tra Armero e Badu; netto il penalty per il fallo su Honda, anche il rosso ci poteva stare.
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